lunedì 4 gennaio 2016

2016, si riparte dal M. Generoso

La prima meta del 2016 è il M. Generoso. In questo monte importanti fenomeni carsici sono stati esplorati negli anni sia da speleologi ticinesi che lombardi. Il fatto che l'area è divisa tra i due Stati comporta confusione nei dati, "errori" o mancata comunicazione dei posizionamenti delle grotte.
Per il Prog. Tupaca, che riguarda la risistemazione dei dati catastali della Lombardia e loro gestione con un Database informatico, risulta quindi importante poter fare un aggiornamento dei dati o raccoglierne di nuovi per riempire le lacune degli ultimi anni. Così mi metto in testa di fare un giro sul Generoso in questo inverno anomalo senza neve.

Panorama con la prima neve dell'anno - Foto A. Ferrario
Il 3 gennaio, puntualmente dopo la prima leggera nevicata del 2, ci troviamo a Saronno io, Carlo del GGS, Gian Domenico Cella (GGNovara) e Cristina Ciapparelli. Saliamo in Val d'Intelvi e la poca neve scesa è sufficiente per non riuscire a salire con l'auto all'Alpe d'Orimento, da dove pensavo di partire a piedi. Quindi scatta il Piano B, andiamo ad Erbonne e partiamo dal basso per rivedere le grotte. Peccato che a 3 km dal paese compaiono dei cartelli di divieto di transito per strada Agro silvo pastorale. L'ultima volta che venni da queste parti era circa 10 anni fa e questi cartelli non me li ricordavo. Parcheggiamo quindi con un pò di disappunto e ci avviamo verso Erbonne. Arrivati al borgo decidiamo di andare a riposizionare per prima la Tana di Erbonne. Partiamo decisi ma finiamo subito in Svizzera. Guardiamo le carte e le coordinate ma non capiamo bene, Gianni quindi pensa di tornare alla vecchia maniera, chiedere agli indigeni le indicazioni. Così salta fuori un simpatico abitante del borgo che ci mostra dov'è a grotta e ci da alcune indicazioni.



Traccia che porta alla Tana di erbonne -
Foto A. Ferrario
Ripartiamo e salendo nel bosco individuiamo la traccia con i bolli azzurri. Utilizzando le coordinate del catasto alla fine arriviamo vicini alla grotta che mostra un'interessante ingresso, molto particolare. In questa grotta sono stati fatti dei ritrovamenti di uomini preistorici e in effetti sembra proprio un rifugio da uomini preistorici. Visto l'invitante ingresso io e Cristina sfoderiamo le nostre tute e caschi che ci simo portati su consiglio di Gianni, mentre lui si maledice per essersi dimenticato sia la tuta che il casco! Visitiamo la grotta molto carina rappresentata da una galleria ascendente, a tratti sto in piedi e poi si abbassa stringendo. Qualche scatto e poi mossi da un gesto di generosità prestiamo i caschi a Carlo e Gianni così che si fanno anche loro un giro.
Soddisfatti della grotta decidiamo di spostarci sul versante restando in quota per raggiungere il Buco di Val Squadrina.







Foto degli ambienti della Tana di Erbonne e di alcuni diplopodi rinvenuti nella cavità -
Foto A. Ferrario
Nel tragitto cerchiamo anche il buco di Zocca Grande ma non la troviamo. Il pendio è molto inclinato e non è facile camminare sulle foglie che nascondono sassi e fango. Con fatica arriviamo al versante più a nord della Val Squadrina e qui c'è ancora la neve del giorno prima che non si è sciolta. Per cui decidiamo di scendere a valle sempre con la massima attenzione. Arrivati finalmente sul piano del fondo valle decidiamo di dividerci in due squadre, Gianni e Carlo risalgono il versante opposto, senza neve in parte, per raggiungere il Buco di Val Squadrina. Io e Cristina cerchiamo di raggiungere la Nevera, l'unica grotta che feci anni fa e che mi sembrava fosse vicina al sentiero. Salendo però non ricordo più da dove salisse il sentiero, così in  breve ci troviamo a risalire ripidi pendii senza vedere traccia del sentiero. Alla fine ci troviamo sotto a una parete, probabilmente siamo troppo bassi. Vista l'ora decidiamo di tornare restando in quota e così troviamo il sentiero benedetto. Ma ormai è tardi e quindi ridiscendiamo, finalmente camminando su un sentiero.
A Erbonne ci ricongiungiamo con Gianni e Carlo che hanno individuato un ingresso ma è inaccessibile ed è sotto una verticale di circa 20 m. Con GPS e distanziometro Gianni è riuscito comunque a raccogliere dati utili per il posizionamento.
Tornando verso l'auto reincontriamo il signore delle indicazioni per la Tana, tal Riccardo. Facciamo due chiacchiere e ci racconta un pò la storia del borgo, dove una volta vivevano anche in 130-150 persone, con famiglie che arrivavano a 10-12 componenti... altri tempi.

Andrea

Erbonne circondata dalla nebbia, è in arrivo una nuova nevicata - Foto A. Ferrario

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